Parlando in giro con amici e conoscenti noto con sempre maggior piacere che la curiosità verso il mondo dei social network sta divampando anche tra i più scettici all’uso del mezzo digitale. Se Facebook oramai è entrato a pieno titolo nelle giornate tipiche dell’under 65enne, Twitter invece ancora in Italia latita e stenta, seppur i tassi di crescita e il numero di utenti attivi siano positivi.
Molti, infatti, spinti più da agenti esogeni (come il seguire un programma in TV che chiede la partecipazione mediante cinguettii -“social tv”) che da una reale spinta motivazionale endogena, si affacciano sulla piattaforma di microblogging, ne provano le dinamiche per qualche tempo ma lo abbandonano, o perché li annoia o perché, con questo uccellaccio, proprio non sanno che farci (dati sull’uso di twitter in Italia da Wired). E allora ecco che ritorno alle conversazioni di socratiana memoria con i miei compaesani e amici: “ma te cosa ci fai con twitter?”, “ma a cosa serve”, “perché lo usi?” e via dicendo.
Provo a scriverlo in un post, e vediamo se riesco a rendere chiara la mia posizione. Ci sono 3 ordini di ragioni per le quali io sono diventato un twitter addicted, che poi, se guardiamo bene, corrispondono alle 3 cose che con twitter si possono fare (intese però come elemento differenziale dagli altri social eh, capiamoci -di cose se ne fanno moltissime, ecco una mini-guida di twitter).
- Senza ombra di dubbio con Twitter io mi diverto. Ebbene sì, la brevità (140 caratteri) entro la quale si deve racchiudere il pensiero umano costringe le persone a riflettere su quello che scrivono, così che il cervello si spreme e vengono fuori massime e freddure concise, creative, geniali nella loro semplicità.
- Con Twitter, personalmente, mi tengo aggiornato su molti temi che mi interessano, scegliendo i followers anche sulla base della description che offrono di sé. Se una persona si rappresenta come amante del marketing, immagino che molti dei suoi tweets siano anche in riferimento a questo tema. Lo uso dunque come un grande aggregatore di notizie, un reader sociale, ingigantito dalla vastità di contatti e collegamenti che si possono avere: è come se avessi un twitter-reader, ma considerate che ogni contatto non è un sito singolo, ma mi offre un insieme di siti, per cui mi trovo a poter leggere link pubblicati da un blog, ad esempio, che non sapevo neanche esistesse!
- Infine, con twitter passo il tempo, mi confronto, ascolto quello che altri hanno da dire su un determinato tema, inserendomi in una conversazione mondiale. Ed è questa, senza ombra di dubbio, la caratteristica che più mi piace del social da 140 caratteri. E sono convinto che se la capite non può non piacere anche a voi più scettici. Prendiamo l’esempio di ieri sera, il dibattito per le primarie del centro sinistra. Durante la giornata la comunità cinguettante si è accordata su #csxfactor come hashtag con il quale seguire l’evento -subito è entrato nei TT ed è divenuto poi il più usato- (2 link per capire cosa intendo per hashtag e TT). Live, si potevano seguire tutti i commenti e le opinioni della gente riguardo il dibattito semplicemente cercando su twitter quell’hashtag, che si aggiornava in diretta. E si può partecipare, non soltanto leggere, scrivendo un micropensiero con l’hashtag dell’argomento in questione. E si può rispondere menzionando qualcuno, condividendo quello che qualcuno scrive… insomma, tutte le funzionalità che ben conoscete in FB, ma applicate a un tema specifico: una vera e propria conversazione mondiale, come fossimo tutti in una grande agorà a scambiarci idee e commentare un fatto che interessa tutti.
Se ci pensate, non è poi così male no?